Pensieri in riva al mare
- Simona
- 26 lug 2015
- Tempo di lettura: 2 min

In questi giorni di canicola penso spesso a quanto sia stata fortunata a passare le mie prime estati sul Mar Rosso in un posto bellissimo che si chiama Massaua in Eritrea.
Per le vacanze papà ci portava alla casa al mare, che non era vicino al mare, ma sul mare. Non la ricordo molto bene tranne per il fatto che si affacciasse sul mare per tre lati, ed era un grande mistero per me bambina di come ci si potesse arrivare con la macchina, visto che dalla casa si vedeva acqua da tutte le parti. Trascorrevamo le nostre serate sulla grande veranda giocando e ascoltando storie, spesso ci faceva compagnia la luna, grande e rossa che così, non mi è più capitato di rivederla. Di fronte, in lontananza, c’era una piccola isola: l’Isola Verde e delle volte di notte vi si vedeva una piccola luce. E’ da lì che prendevano vita le storie di mio padre, cariche di avventura e di personaggi stravaganti.
Non è facile ora fermare un attimo i propri figli soggiogati e sommersi dalle continue immagini sia dei giochi elettronici che di tutto quello che li circonda e cercare di convincerli a creare una storia o ad immaginarsela mentre qualcun altro la legge o la racconta. Tutto è molto più veloce, ma proprio per questo non viene assimilato o apprezzato. Bisogna mettercisi di impegno e dedicare tempo, ("bene" molto prezioso nella nostra società), per spiegare ad un bambino che anche lui durante le vacanze deve rallentare dalla frenesia delle molte attività del doposcuola, spegnere qualsiasi tipo di schermo e cominciare a guardare cosa ha intorno.
Se come dice Goethe “La bellezza è negli occhi di chi guarda", il modo migliore per renderli consapevoli di se stessi un domani è insegnargli a guardare ed osservare il mondo intorno a loro oggi, a sviluppare la propria inventiva e creatività risorsa indispensabile in un mondo sempre più stereotipato e alla lunga monotono come un gioco da cui ormai non ci si aspetta più nulla.
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