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Una domenica a Firenze: cosa vedere, visitare, scoprire e dove mangiare

  • Immagine del redattore: Simona
    Simona
  • 10 gen 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

“Quando arrivi a Firenze ti rendi subito conto che il tempo non ti basterà per scoprire tutte le sue bellezze, da Santa Maria Novella e Piazza della Signoria a Piazzale Michelangelo o a Palazzo Pitti. Troppe le cose magnifiche da ritrovare nella memoria degli studi artistici di gioventù. Non resta che sedersi ad ammirare e sognare di averla tutta per sé. Solo per sé! “ (alshiavo 2012)

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É proprio così che mi sono sentita in una fredda mattina di dicembre scendendo dal treno per passare una domenica nella mia città preferita. Era iniziata come una gita esplorativa con mia figlia e qualche amica, ma come tutte le cose inaspettate e non programmate si é rivelata una magnifica giornata insieme ad una allegra brigata di ben 20 persone tra vecchi amici e completi sconosciuti. In questa lunga passeggiata per tutto il centro storico, abbiamo scelto di rendere omaggio ai monumenti più celebri, come la Chiesa di Santa Maria Novella, la bellissima Cattedrale con l’impareggiabile campanile di Giotto ed il Battistero. Ma abbiamo anche approfittato di conoscere più a fondo uno dei musei più interessanti della città sebbene non sovraffollato dalla moltitudine dei turisti: il Museo di San Marco. La visita si snoda seguendo un percorso antico, di vita claustrale e di storia che scaturisce da questo rapporto profondo tra contenitore e contenuto in un filo conduttore storico che lega i personaggi che vi hanno vissuto e le opere qui conservate, anche se provenienti da sedi originarie diverse.

Si ha la possibilità di percorrere e di entrare dentro le più belle architetture del rinascimento fiorentino come il chiostro di Sant'Antonino nella sua suggestione di pace, misura e razionalità. Il convento, opera iniziata nel 1438 da Michelozzo, su incarico di Cosimo de' Medici, fu all'avanguardia sia dal punto di vista funzionale che architettonico. Mentre l'intervento decorativo, deciso da Beato Angelico con l'assistenza di Michelozzo, fu un lavoro organico, che interessò tutti gli ambienti pubblici e privati del cenobio: dalla chiesa (la pala di San Marco sull'altare maggiore) al chiostro (quattro lunette e una Crocifissione), dal refettorio (Crocifissione distrutta nel 1554) alla sala capitolare (Crocifissione con i santi), dai corridoi (Annunciazione, Crocifissione con san Domenico e Madonna delle Ombre) fino alle singole celle. Alla fine il risultato fu la più estesa decorazione pittorica mai immaginata fino ad allora per un convento. La decorazione prevedeva in ogni cella dei frati un affresco con un episodio tratto dal Nuovo Testamento o una Crocifissione dove la presenza di san Domenico indicava ai frati l'esempio da seguire e le virtù da coltivare (prostrazione, compassione, preghiera, meditazione, ecc.). Molto si è scritto circa l'autografia dell'Angelico per un complesso di decorazioni di così ampia portata, realizzato in tempi relativamente brevi. Gli affreschi del piano terra vengono concordemente attribuiti all'Angelico, in toto o in parte. Più incerta e discussa è l'attribuzione dei quarantatré affreschi delle celle e dei tre dei corridoio del primo piano.

Gli affreschi di San Marco non furono solo una pietra miliare dell'arte rinascimentale, ma sono anche i più famosi ed amati del Beato Angelico. La loro forza deriva, almeno in parte, dall'assoluta armonia e semplicità. La data di esecuzione delle varie opere oscilla dal 1437/8 anno di inizio della decorazione della Pala di San Marco al 1450 anno dell’Annunciazione del Corridoio Nord e la Madonna delle Ombre.

Vi sono altre opere più tarde che meritano particolare attenzione tra le quali L’ultima cena del Ghirlandaio(1480). Inoltre una sezione del museo é costituita dalla raccolta di reperti in distinti materiali salvati dalla demolizione tardo ottocentesca, e interessanti sono anche le stanze del Savonarola, priore del convento dal 1491 al 1496.

Dopo una visita così impegnativa, la richiesta unanime per la tappa successiva era solo una. “Dove andiamo a mangiare?” dopo un sondaggio veloce la scelta é caduta su Il Bufalo Trippone, un posto tra Piazza della Signoria e Santa Croce; le nostre prossime tappe.

Questo piccolo posto di ristoro, dedicato a piccoli gruppi o coppie desiderose di degustare i sapori tipici italiani accompagnandoli con un buon vino, é riuscito con gentilezza e simpatia a rifocillarci, sebbene fossimo tanti e rumorosi. I loro panini e focacce ci hanno sorpreso per l’assortimento delle combinazioni. Lo raccomando a chiunque voglia fare un pranzo veloce, senza spendere tanto ma non rinunciando alla qualità.

Altro luogo che mi ha molto colpito e che ho visitato per la prima volta é stata la Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, considerata la "chiesa di Dante”. Qui conobbe Beatrice, la cui famiglia aveva le proprie sepolture, ma sebbene vi sia un altare dedicatorio pare inverosimile l’ipotesi che qui vi sia la sua tomba, in quanto essendo maritata Bardi, il suo sepolcro dovrebbe essere congiunto a quello del marito e la sua famiglia nel chiostro di Santa Croce. Nonostante ciò, nell'immaginario collettivo, la piccola chiesa resta la destinazione degli appassionati di Dante e degli ammiratori dell'angelica Beatrice, a cui sono spesso rivolti dei messaggi personali, raccolti in un cestino vicino alla sua “tomba”.

Sempre in questa chiesa ha sede la Venerabile Compagnia dei Quochi dedicata a san Pasquale Baylon, patrono universale dei cuochi dove, davanti all'altar maggiore è tuttora visibile lo storico sepolcro della compagnia. A san Pasquale è attribuita l'invenzione dello zabaione.

Cosa vedere e visitare:

Santa Maria Novella, Santa Maria del Fiore, Il Battistero, via dei Calzaiuoli, Palazzo della Signoria, Santa Croce, La Loggia dei Mercanti, Ponte Vecchio, Palazzo Pitti……………

Dove mangiare:

Il Bufalo Trippone

Via dell'Anguillara, 48, tel.055 290518

Cosa scoprire :

Museo San Marco, P.za San Marco 3, (tel. x info: 055 238 8608)

La chiesa di Santa Margherita dei Cerchi

P.S. Consiglio caldamente per chi vuole esplorare una città ed ha dei figli di creare un gruppo con altre famiglie con figli coetanei, in questo modo passeggiare diventa più divertente per tutti, in quanto anche i più piccoli da passivi seguaci dei genitori diventano a loro volta curiosi viaggiatori con compagni che vanno ad una stessa andatura e con interessi simili di cui parlare.

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